Tradotto sarebbe “acqua frizzante forte”, e negli Stati Uniti si sta prendendo una grossa fetta di mercato: parliamo di un giro d'affari di 550 milioni di dollari, in crescita talmente vorticosa che le previsioni puntano sul fatto che il prodotto arriverà a rappresentare incassi per 2 miliardi e mezzo nel 2021.
Il colosso del settore si chiama White Claw, che vanta più della metà delle vendite, seguito dal marchio Truly: insieme totalizzano l’85% delle fatturato degli hard seltzer.
L’hard seltzer altro non è che acqua frizzante alcolica e aromatizzata. L’alcol di solito viene dalla fermentazione dello zucchero di canna, ma a volte anche dal malto d’orzo, come la birra. Solitamente conta tra i 4 e i 6 gradi alcolici.
Si è registrata negli ultimi anni una tendenza dei consumatori negli USA a orientarsi verso alcolici leggeri; inoltre gli hard seltzer hanno un basso contenuto di calorie, altro aspetto che ha assunto un’importanza crescente negli anni. I consumatori riferiscono anche di apprezzare la praticità della lattina e i costi contenuti.
Gli hard seltzer non sono una novità: nel 1993 la birreria Coors lanciò sul mercato la prima bevanda della categoria, chiamata Zima: venne tacciata di essere "poco virile" ed ebbe poca popolarità. Secondo molti è stato proprio il momento storico attuale a decretare la popolarità degli hard seltzer, in quanto rispetto al passato è molto più semplice uscire dagli stereotipi di genere, anche nelle abitudini di consumo.
Insomma, negli Stati Uniti è il prodotto giusto al momento giusto: arriverà anche in Italia?