Sarà la magia del Natale o l’euforia dei tanti regali da scartare a tenere svegli i più piccoli durante le feste?
Le luci illuminano città e paesini, mentre nelle case, verso sera, tutti gli sguardi si concentrano su una sola fonte luminosa: la televisione.
La storia si ripete da ormai mezzo secolo, da quando l’egemonia delle sale cinematografiche si è trovata a fare i conti con il nuovo mezzo di comunicazione di massa.
Ma quali sono i film "adatti al Natale" che hanno goduto e godono ancora di maggior successo?Perché alcuni vengono riproposti ogni singolo anno? Nel nostro Paese come sono andate le cose?
La storia del cinema parte dai fratelli Lumière, in Francia, ma bisogna ammettere che in tutto il mondo occidentalese si dice “cinema” si legge “Hollywood”. Sono americani infatti la maggior parte dei film che nei periodi natalizi hanno fatto riempire le sale, e successivamente sono entrati nelle nostre programmazioni televisive.
Per la nuova generazione di mamme e papà non si può non partire da “Mamma ho perso l’aereo”, un classico uscito nel 1990. Nei primi 9 mesi dalla sua uscita registrò un incasso negli Stati Uniti di quasi 300 milioni di dollari, per poi sbarcare in tutto il mondo con un incasso di circa 200 milioni. Il budget speso per la produzione? 18 milioni. In Italia, alla sua “prima volta” in TV nel 1993, il film fece radunare sui divani della Penisola circa 13 milioni di telespettatori, guadagnandosi il record delle reti Mediaset fino a quel momento.
Il simbolo più importante per i bambini a Natale? Babbo Natale, ovviamente. Lo sapevano già nel 1947, quando uscì Miracle on 34th Street, da noi conosciuto come “Miracolo sulla trentaquattresima strada”. Quello che ci propongono i palinsesti in questo periodo è però un remake, uscito nelle sale nel 1994.
Per i bimbi un po’ più coraggiosi c’è “Nightmare before Christmas”, un film d'animazione di Tim Burton uscito nel 1993, considerato un capolavoro dai critici. La tranquillità del Natale viene turbata dai mostri di Halloween, ma il lieto fine farà dormire ai bimbi sonni sereni.
Quelli appena citati sono solo 3 esempi, ma se ne potrebbero fare tanti altri. Per elencarne qualcuno “antico”: “Bianco Natale” di Michael Curtiz (1954), “Incontriamoci a St. Louis” di Vincente Minnelli (1944), “Scrivimi fermo posta” di Ernst Lubitsch (1940).
Tra i moderni si trovano “Il Grinch” di Ron Howard (2000), “Un elfo di nome Buddy” di Jon Favreau (2003) e il cartone animato “Polar Express” di Robert Zemeckis (2004) tratto da un libro per bambini di Chris Van Allsburg.Tutti esempi importanti e da vedere in famiglia.
Ce n’è uno in particolare che però sembra appassionare le famiglie italiane da ormai più di 20 anni a questa parte. Viene proposto nel palinsesto dei canali nazionali più visitati ogni anno, spesso alla vigilia, oppure lo stesso giorno di Natale, o comunque nei giorni di festa.
Si chiama “Una poltrona per due”, uscito negli USA nel 1983. C’è però un dato curioso: questo film, considerato in tutto il mondo “natalizio”, fece la prima comparsa nelle sale americane l’8 giugno, perciò, almeno in principio, non era stato pensato come prodotto per il Natale.
Un broker e un mendicante si scoprono vittime di una crudele scommessa, fatta da un gruppo di finanzieri annoiati. I due protagonisti riusciranno a capovolgere la situazione a loro vantaggio. L’elemento natalizio è il vestito da Babbo Natale che uno dei due indossa con l’intento di suicidarsi, (niente paura, poi arriva il tanto atteso lieto fine).
In Italia ogni anno il film di John Landis riunisce davanti al televisore circa 2 milioni di spettatori. Perché? La risposta arriva dalla direttrice di Italia 1 Laura Casarotto: “C’è un lieto fine, ma anche tanti elementi comici e dissacranti.”
Ma come, si parla di film a Natale, e non si elencano dal primo all’ultimo i cinepanettoni?
È più interessante capire come si è arrivati a tali prodotti italiani, della comicità "sempliciotta" e dalla trama sempre uguale.
Negli anni ’50 si vendevano intorno a 800 milioni di biglietti ogni anno nei botteghini dei cinema italiani, oggi si arriva a stento a 100 milioni. Il cambiamento di rotta da cinema a televisione si è iniziato ad avvertire agli inizi degli anni ’80.
Prima della riforma Rai del 1976 l’azienda televisiva acquistava pochissimi film all’anno, per non tradire la “mission educativa”: passavano solo film con un messaggio morale. Le cose cambiarono con l’avvento delle televisioni private: la Rai perse il monopolio e tutti gli emittenti iniziarono ad acquistare film a dismisura.
Come poteva rispondere il cinema, per garantirsi gli spettatori almeno nel periodo delle feste?Con prodotti di facile consumo, pensati per persone che al cinema andavano solo a Natale per, detto in termini poveri, “farsi qualche risata”: c’era bisogno del cinepanettone.
A inaugurarlo fu Aurelio De Laurentiis che, forte del successo estivo del film “Sapore di mare”, incaricò i fratelli Vanzina di produrne una versione invernale: nacque il primo “Vacanze di Natale”, nell’ormai lontano 1983. Tutto il resto è storia conosciuta.