Il ping pong è una cosa seria

Quindi in questo articolo lo chiameremo con il nome utilizzato in ambito agonistico: Tennistavolo.

Il Italia è considerato principalmente un passatempo estivo, ma si tratta dello sport più praticato al mondo. Il motivo? È accessibile quasi a tutti: non richiede contatto fisico né una particolare preparazione atletica (nel caso dei giocatori occasionali), le attrezzature necessarie sono poche e si può giocare in spazi ristretti.

Storia

Il Tennistavolo, come lo chiamano i professionisti, nasce come alternativa indoor del tennis, che nel XIX secolo non si poteva facilmente praticare al chiuso. All'inizio vi si giocava con mezzi di fortuna, ma negli anni '80 dell'Ottocento i venditori di attrezzature sportive iniziarono a lanciare dei kit appositi: è ad un catalogo del 1884 che dobbiamo il nome table tennis.

Non esistendo ancora regole standardizzate, ogni kit proponeva soluzioni diverse e spesso non troppo funzionali: le racchette erano spesso simili a tamburelli, mentre le palline rivestite di stoffa avevano un interno in gomma, che le faceva rimbalzare in modo imprevedibile, o in sughero, che le faceva rimbalzare troppo poco. Tutto cambiò nel Novecento con l'avvento della plastica: John Jacques rinnovò il suo kit con la pallina di celluloide e, in virtù del suono che produceva colpendo la racchetta, rinominò il gioco comeping pong, nome con il quale sarà commercilizzato anche negli USA.

Ping Pong e Table Tennis rimasero giochi distinti, giocati da associazioni diverse, fino al 1922, quando si decise di unificare le regole di gioco: nel 1926 si tenne il primo campionato al mondo, al quale parteciparono Austria, Inghilterra, Germania e Ungheria. Furono questi i primi membri della International Table Tennis Federation (IFFT).

La scuola orientale

La popolarità del gioco raggiunse anche la Cina, che a partire dagli anni Cinquanta cominciò a conquistare il podio nella maggior parte delle competizioni internazionali, insieme al Giappone. A favorire moltissimo la pratica in Cina fu il leader comunista Mao Tse Tung, che vedeva la promozione dello sport come parte della propria agenda politica. Il tennistavolo poteva essere praticato ovunque e senza particolari requisiti fisici ed economici: una disciplina perfetta per il popolo cinese.

La scuola orientale iniziò presto a sfoggiare uno stile di gioco peculiare. L'impugnatura "a penna", che prevede una presa della racchetta simile a quella di una penna per scrivere, agevolava i giocatori nel servizio e nei colpi a dritto. D'altro canto, però, non era possibile utilizzare il rovescio della racchetta e questo li costringeva a muoversi molto di più durante l'incontro, con un notevole dispendio di energie. I giocatori cinesi dovettero attendere la morte di Mao per apportare modifiche alla tecnica, che il presidente imponeva a tutti i giocatori della nazione.

Ai pongisti Giapponesi dobbiamo invece il top spin, uno dei colpi fondamentali del Tennistavolo, che imprime alla pallina una maggior velocità e inclinazione nel rimbalzo.

Gomme

I colpi a effetto furono introdotti insieme ai rivestimenti in gommapiuma delle racchette, che permettevano di modificare la rotazione della pallina. Il grip tuttavia la rallentava e rendeva il gioco poco fluido: la gommapiuma spessa fu quindi vietata e sostituita dalla gommasandwich, uno strato di gommapiuma molto più sottile e a sua volta ricoperto da uno di gomma puntinata. Nascono così le racchette odierne.

A seconda della texture della gomma, con i puntini rivolti all'interno o all'esterno, è possibile accentuare o attenuare gli effetti impressi alla pallina; già dagli anni '60 era diventato usanza comune applicare una gomma diversa su ciascun lato della racchetta, per poter rispondere diversamente ai colpi dell'avversario. Negli anni Settanta spopolavano in particolare le gomme antitopspin; le due facce erano normalmente dello stesso colore e questo rendva particolarmente difficile per gli avversari prevedere l'effetto che la pallina avrebbe avuto e reagire di conseguenza. Per questo nel 1986 fu introdotta la regola dei due colori, ancora in vigore, che permette di distinguere il dritto e il rovescio della racchetta durante il gioco. Uno dei due lati deve essere obbligatoriamente nero, ma dal 2021 è possibile che l'altro lato abbia anche un colore diverso dal rosso, a scelta tra verde chiaro, azzurro, fucsia e rosa.

Diplomazia del Ping-pong

Chi ha visto il film Forrest Gump forse se lo ricorda: il protagonista viene chiamato a giocare a un torneo di Tennistavolo a Pechino ed è successivamente invitato a raccontare la sua esperienza in un salotto televisivo, in compagnia di John Lennon. Certo, Forrest è un personaggio di fantasia, ma quel torneo del 1971 si svolse per davvero e costituì un evento particolarmente rilevante nella storia diplomatica dei due Paesi: fu infattila prima occasione di dialogo tra gli USA e la Cina di Mao dopo la Rivoluzione Culturale.