Sebbene non sia una patologia di per sé, l'ipertensione aumenta la probabilità di essere colpiti da malattie cardiocircolatorie anche gravi se non si impara a controllarla o evitarla.
Proviamo innazittutto a spigare cos'è.
Pompato con forza dal cuore, il sangue esercita una pressione sulla parete delle arterie che lo distribuiscono nell'organismo. Questa si chiama “pressione sanguigna”, distinguibile a sua volta in pressione massima o "sistolica" che si sviluppa nel momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie, e pressione minima ("diastolica") che corrisponde invece alla pressione che rimane nelle arterie nel momento in cui il cuore si ricarica di sangue per il battito successivo.
In un soggetto sano la pressione deve rimanere entro certi limiti, con una massima non superiore a 130 mmHg e una minima inferiore o pari a 85 mmHg. Quando dunque la pressione minima inizia ad avere valori medio-alti (90-100 mmHg), potremmo trovarci davanti a un caso di ipertensione arteriosa e sarà bene correre ai ripari. Ricordiamo però che la valutazione di ipertensione deve essere fatta tenendo conto anche di fattori come l'età, poiché la pressione arteriosa tende a crescere con il passare degli anni.
Esistono due forme di ipertensione, quella "secondaria" e quella "primaria". L’ipertensione secondaria si può considerare il risultato di una determinata malattia (molto spesso una patologia renale) e, a volte, la guarigione dalla malattia porta alla sua scomparsa. L’ipertensione primaria è causata invece dall’effetto combinato di una predisposizione genetica e di fattori come l’obesità, l’inattività fisica, stress e fumo. Migliorando dunque la propria alimentazione sarà possibile controllare o addirittura prevenire l’ipertensione.
Ecco quale suggerimento: