“Fritto, è buono tutto”: una frase che avrai sentito o pronunciato almeno una volta. Difficile contraddire questa opinione, il nostro cervello è programmato per adorare tutti i cibi più ricchi di grassi (meccanismo che ci ha permesso di sopravvivere quando avere da mangiare non era una cosa così scontata).
Per quanto sia tutto buono, però, c’è fritto e fritto. Quello pastoso e quello fragrante, quello gommoso e quello croccante, quello unto e quello leggero. Il risultato dipende da tanti fattori: temperatura dell’olio, tempo di cottura ma anche composizione della pastella. Ecco cosa devi sapere.
Il compito della pastella è proteggere l’alimento durante la frittura, isolandolo dall’olio che deve fermarsi nello strato esterno. Una pastella poco riuscita farà penetrare l’olio e il risultato sarà eccessivamente unto e pesante. Ecco come comporre la pastella ideale.
Se la componente liquida della pastella è molto fredda, diminuirà l’idratazione del cibo rendendolo più croccante.
Il glutine della farina aiuta a legare la pastella, ma se è troppo potrebbe impregnarsi troppo di olio di cottura. Se desideri un fritto molto leggero, il trucco è mescolare farina di grano tenero con quella di altri cereali (ad esempio avena o riso).
Insomma, ci si può sbizzarrire: l’importante è preparare la pastella con poco anticipo, possibilmente con acqua, latte o birra appena usciti dal frigo, e tuffare nell’olio il prodotto appena pastellato.
Ricorda di NON buttare mai l’olio avanzato nel lavandino o nel gabinetto.
In questo articolo ti spieghiamo perché e come comportarti.