L'oro nel boccale

Quando il global warming minaccia la produzione di orzo e altri cereali, una birra può acquisire un valore inestimabile.

Ebbene sì, il riscaldamento globale sembra destinato ad impattare sullo stile di vita di beer lover e non solo. Stando allo studio pubblicato su Nature Plants dai ricercatori dell'Università dell'East Anglia, siccità estrema e ondate di calore potrebbero ridurre il consumo globale di birra anche del 16%, nonché far raddoppiare i prezzi delle "medie". Il motivo? Scoprilo in questo articolo

Secondo i ricercatori solo il 17% dell'orzo mondiale – di qualità più pregiata – viene impiegato nella produzione di birra, mentre il resto è riservato soprattutto alla produzione di mangimi animali. Sarà proprio questa frazione di qualità superiore a risentire maggiormente degli effetti del global warming; in caso di necessità occorrerà penalizzare i beni di lusso per garantire la sicurezza alimentare mondiale.

Gli studiosi hanno simulato gli impatti del global warming in 34 aree del mondo, studiando come gli effetti sulle riserve di orzo si ripercuoteranno tanto sulla produzione quanto sui consumi e sui prezzi della birra. I cali di consumo maggiori si registreranno nei Paesi che hanno gradito di più la birra negli ultimi anni, come Cina, Stati Uniti e Regno Unito. Ma mentre nei paesi industrializzati a risentirne sarà un'abitudine di costume, nelle economie più fragili il mutamento climatico minaccerà la produzione di alimenti di base come i cereali.

Le previsioni sono dunque tutt’altro che rosee. Gli amanti della birra saranno in grado di trovare un valido sostituto? Una bevanda che trovi ampio uso in ambito gastronomico, importante per l’economia dei paesi produttori, e dal forte valore aggregativo. Rispondere è difficile ma se si teme davvero per il futuro della bevanda luppolata, bisogna prima di tutto agire per salvaguardare la salute del pianeta intero.