Pane senza sale

I turisti che visitano la Toscana fanno più fatica ad abituarsi, mentre gli abitanti della regione sono ormai assuefatti all'assenza del sale nei panificati. Ma da dove viene il pane sciapo?

La storia del “pane sciapo” o “sciocco” si perde nella notte dei tempi e, con la panificazione in sé e per sé, sembra condividere ben poco. Si crede infatti che i motivi dietro la mancanza di un ingrediente essenziale come il sale siano di natura economica, e che siano state le diatribe fiscali a portare i Toscani e altre popolazioni del centro-Italia a panificare senza.

Ma andando indietro nel tempo, anche l’impasto del pane più antico (risalente circa al 12.000 a.C.) non conteneva sale. Alcuni ricercatori hanno rinvenuto in Giordania, tra i reperti di epoca natufiana, resti di focolari sui quali veniva cotto il pane. A quel tempo questo somigliava più a una pita e veniva preparato con soli due ingredienti: farina e acqua. Del sale, però, l’uomo fa uso sin dal neolitico (10.000 a.C.), quando – con la nascita delle prime civiltà sedentarie di allevatori-raccoglitori – sviluppa l’esigenza di conservare gli alimenti per lunghi periodi. Ecco che il sale viene utilizzato esclusivamente per la conservazione di beni altamente deperibili (cacciagione) e mai come condimento. Sarà forse questa la spiegazione dell’assenza di sale nei primissimi panificati della storia?

Questione di dazi

In Toscana e come in Umbria la questione del sale negli impasti pare rimanere fortemente legata all’economia. Si dice che nel XII secolo, nell’eterna lotta fra fiorentini e pisani, questi ultimi avessero imposto un dazio molto caro sul sale che sbarcava nel porto toscano. Per ovviare al pagamento del dazio, i fiorentini avrebbero iniziato a panificare senza l’ausilio del sale.

In Umbria invece, la genesi del pane sciapo si lega a una guerra, quella combattuta fra lo Stato Pontificio e i perugini. La storia riprende quella toscana: in seguito all’imposizione di una tassa alquanto “salata” sull’importazione del cosiddetto oro bianco, i perugini non poterono più acquistare il sale e iniziarono a produrre pane insipido. Tale tesi viene però messa in dubbio dal fatto che il pane sciapo sia diffuso in tutta la regione e non solo nell’area di Perugia, che hai tempi costituiva un territorio a sé stante persino dal punto di vista linguistico.

Troppo forti?

E se il pane insipido servisse a bilanciare una cucina dai sapori forti? No, nemmeno questa ipotesi pare plausibile. Vero è che la cucina toscana è caratterizzata da piatti molto saporiti (zuppe, stufati, salumi), ma in città come Lucca, Pisa, Massa e Carrara, il pane ha il sale.

La verità dunque? Come spesso accade starà nel mezzo, fra un alveolo e l’altro di un pane che tutt’ora fa parlare di sé per questa sua peculiare caratteristica.