Il radon è un gas radioattivo generato da alcune rocce, principalmente laviche, pozzolane e granitiche. È un gas inerte, quindi non particolarmente dannoso nella sua forma originaria, ma purtroppo decade molto velocemente, trasformandosi in altri composti che, una volta inalati, continuano ad emettere raggi alfa (radioattivi) all'interno dei polmoni, danneggiando le cellule in maniera irreversibile. Per questa ragione, in Italia, il radon è considerato la seconda causa di tumore al polmone. La prima rimane il fumo di tabacco, che se combinata con l'esposizione al gas diventa ancora più pericolosa, aumentando il rischio fino al 50%.
Provenendo dalle rocce del suolo, il radon penetra nelle case attraverso i basamenti; a favorirne la risalita sono in particolare la differenza di temperatura tra la casa e il terreno (il calore lo porta verso l'alto), un suolo permeabile e una pavimentazione poco isolante.
Può anche essere veicolato da tubature a contatto con il suolo o da impianti di riscaldamento geotermici; gli ambienti più esposti sono quelli meno ventilati e più vicini al terreno, comecantine, garage e taverne,ma se i muri della casa sono spessi e porosi può facilmente propagarsi fino ai piani superiori.
Il radon è inodore, insapore e incolore; per misurarlo è quindi necessario utilizzare strumenti appositi, i dosimetri passivi. Si tratta di oggetti piccoli e leggeri, che non necessitano di alimentazione elettrica. Non rilasciano alcuna sostanza o radiazione nell'aria, ma semplicemente reagiscono al gas presente. Vanno collocati in uno degli ambienti più frequentati della casa, come il soggiorno o la camera da letto. Bagni e cucina non sono ideali, perché arieggiati più di frequente.
Dal momento che la differenza di temperatura tra interno ed esterno varia con le stagioni, il tempo di misurazione dovrebbe estendersi per almeno un anno.
Nel caso di abitazioni già esistenti, costi e risultati del risanamento possono variare enormemente.
Quando la radioattività è al di sotto dei 1000 Bq/mq, ventilare spesso gli ambienti e sigillare le vie di ingresso del gas può essere sufficiente.
Al di sopra di tale soglia, però, è necessario combinare queste misure con altre soluzioni più invasive, come l'installazione di canaline nell'intercapedine, di un pozzetto sotto al basamento o di tubi di drenaggio. Questi hanno lo scopo di aspirare l'aria ricca di radon dal terreno ed espellerla verso l'esterno. Si tratta di metodi che comportano un richio da non sottovalutare, ovvero l'aumento di emissioni di monossido di carbonio da parte di stufe, fornelli o fiamme libere presenti al piano superiore.
È fondamentale affidarsi ad un esperto del settore nella scelta dell'intervento più adeguato.
Le informazioni contenute in questo articolo sono state tratte da un opuscolo del Ministero della Salute: chi volesse consultarlo può trovarlo in pdf copiando questo link e incollandolo sulla barra del browser:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_160_allegato.pdf