Quando si pensa a come raffrescare la casa d’estate, la prima immagine è spesso quella del classico climatizzatore a parete. Ma esistono anche soluzioni meno visibili e più uniformi, come il raffrescamento a pavimento: un sistema che sfrutta lo stesso principio della climatizzazione radiante invernale, ma al contrario.
Il raffrescamento a pavimento utilizza una rete di tubi posizionati sotto il pavimento, all’interno dei quali circola acqua fredda a bassa temperatura (di solito tra i 15 e i 18 °C). Questa abbassa la temperatura superficiale del pavimento, che a sua volta raffresca l’ambiente per irraggiamento. A differenza dei climatizzatori, che spingono aria fredda nella stanza, il sistema a pavimento crea un raffrescamento omogeneo e senza correnti d’aria.
È lo stesso principio fisico del riscaldamento a pavimento, solo applicato alla stagione estiva. Per funzionare bene, va spesso abbinato a un deumidificatore o a una pompa di calore reversibile, che impediscano la formazione di condensa e mantengano il giusto livello di comfort.
Distribuzione uniforme del fresco: niente zone troppo fredde o troppo calde nella stessa stanza.
Nessun getto d’aria diretto: è ideale per chi soffre di allergie, mal di gola o occhi secchi.
Estetica pulita: non ci sono split, bocchette o unità visibili.
Sistema integrabile con il riscaldamento: un solo impianto per tutto l’anno.
Consumi contenuti: lavora con acqua a bassa temperatura, ideale per l’abbinamento con fonti rinnovabili (come pompe di calore e fotovoltaico).
Costo più alto all’installazione, soprattutto se la casa non è in fase di costruzione o ristrutturazione.
Raffrescamento più lento: non è adatto a chi cerca frescura immediata accendendo il sistema per mezz’ora.
Rischio condensa, se non gestito correttamente con un sistema di deumidificazione.
Limitazioni d’arredo: la presenza di tappeti, moquette o mobili molto bassi può ridurre l’efficacia del raffrescamento.