Senti che relax!

...Per avere un momento di pace al lavoro, in viaggio, o nel proprio tempo libero, può essere utile ricorrere a un sottofondo sonoro. Determinati suoni possono infatti avere un effetto rilassante, aiutarci a distendere la mente e liberarci dallo stress. Ma quali?

Musica

La musica può avere un impatto potente su mente e corpo. Quando un brano si aggira intorno ai 60 battiti per minuto, può indurre il cervello a rilasciare “onde cerebrali alfa”, ovvero quelle che manifestiamo quando siamo rilassati e coscienti. Per indurre il sonno, e quindi la condizione in cui il cervello lavora su frequenze “delta”, serve dedicare alla musica almeno tre quarti d’ora in una posizione rilassata.
I ricercatori dell’Università di Stanford sostengono che la musica può avere sulla mente lo stesso effetto di un medicinale.


Quale tipo di musica? Verrebbe da dire quella classica, visto l’aurea leggendaria che la circonda. Purtroppo, però, in questo campo è necessario fare ulteriore ricerca. Di recente, gli studiosi dell’Università del Nevada si sono concentrati sulle sonorità dei nativi Americani, dei Celti e degli Indiani, caratterizzate da percussioni, strumenti a fiato e a corda. Ma il mondo è bello perché è vario: i ricercatori sottolineano che si tratta di sensazioni soggettive, e che costringersi ad ascoltare delle sonorità ritenute rilassanti ma che a noi risultano irritanti, può aumentare la tensione piuttosto che abbassarla.

Suoni della natura

Il fruscio della pioggia, lo stormire delle foglie, il canto delle balene o degli uccellini: i suoni della natura offrono uno sfondo uniforme che spezza il silenzio senza la necessità di concentrare l’attenzione su qualcosa in particolare.

Sulla “musica” del pianeta la Scienza si è espressa due anni fa: ricercatori della Brighton and Sussex Medical School hanno riscontrato un significativo cambiamento nelle attività cerebrali quando i partecipanti allo studio ascoltavano i rumori della natura. Curiosamente, i soggetti che presentavano i più alti livelli di stress prima di sottoporsi all’esperimento, erano quelli che ricevevano un maggior vantaggio da esso; per i soggetti più rilassati in partenza, l’effetto era minore.

Rumore bianco

Dal punto di vista scientifico, è un suono caratterizzato dall’assenza di periodicità nel tempo e da ampiezza costante su tutto lo spettro di frequenze. Per capirci, è lo scroscio della televisione quando non c’è segnale. Per il direttore degli studi sul sonno all’Università dell’Arizona, questi suoni creano una “coperta acustica” che ci copre e ci salva dai rumori molesti, come una strada trafficata o un partner che russa.

Esiste anche il “rumore rosa”, con proprietà molto simili ma una concentrazione maggiore sulle frequenze alte, e quello “marrone”, focalizzato sulle frequenze basse. Sembrerebbe che il più efficace per indurre il sonno sia il rumore rosa, ma la ricerca in questo campo è ancora insufficiente.

ASRM

Ne avete sentito parlare? La sigla significa “Autonomous Sensory Meridian Response” (in italiano “risposta sensoriale apicale autonoma”) e negli ultimi anni ha avuto un successo straordinario. Si tratta di una curiosa sensazione di formicolio in varie parti del corpo, simile al brivido che si proviamo quando sentiamo un brano musicale che ci impressiona particolarmente, accompagnata da uno stato di rilassamento mentale.
Per suscitare questa sensazione, ci sono più di 13 milioni di video su YouTube dedicati alla riproduzione di suoni come bisbigli, fruscii delle mani o il picchiettare delle dita su un oggetto.
La ricerca scientifica ha comprovato l’effettività di questo mezzo, ma non è per tutti: alcune persone provano queste sensazioni, altre no.

Silenzio

Shhhh… Dopo aver utilizzato il silenzio come termine di paragone rispetto tutti questi suoni oggetto di studio, i ricercatori si sono interessati all’assenza di suono in sé.

Ad esempio, in uno studio sugli effetti rilassanti dei diversi tipi di musica, tra un genere e l’altro era presente un intervallo di silenzio. Il risultato più interessante dell’esperimento? I momenti senza musica erano quelli in cui i soggetti apparivano più rilassati. In un’altro studio, questo condotto sui topi, si è notato che quando le cavie restavano in silenzio per due ore al giorno, sviluppavano nuove cellule nell’ippocampo, l’area del cervello legata alla memoria.

Anche Blaise Pascal ci consigliava di starcene in silenzio un po’ più spesso: "Tutta l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera."