La Valpolicella è la zona collinare a nord di Verona, tra il Lago di Garda e le Prealpi. Un paesaggio costellato di ville venete, fonte di marmo rosso e, fin dai tempi dell’Antica Roma, di vino. Tanto che una delle ipotesi sull’origine del nome “Valpolicella” è che esso derivi dal latino Vallis-polis-cellae, ovvero “valli dalle molte cantine”.
Il clima qui è molto vicino a quello detto “mediterraneo”: complessivamente mite, con grande variabilità in termine di escursioni termiche e insolazione. Il terreno è piuttosto variegato, ma prevalentemente argilloso.
In quest’area trovano ampio spazio varietà di vitigni come la Corvina, il Corvinone, la Rondinella e, in misura minore, la Molinara. Con questa materia prima si producono i prestigiosi vini che vediamo di seguito:
- l’Amarone, un vino di alta qualità conosciuto in tutto il mondo. Si dice che l’Amarone sia un Recioto “scappato”: un vino originariamente dolce, la cui fermentazione è arrivata a consumare tutti gli zuccheri, rendendolo tendenzialmente secco, ma con la struttura e la consistenza proprie di un passito. Un vino dal sapore molto intenso, dal corpo pieno e caldo e dall’ampio ventaglio olfattivo.
Ottimo con i cibi dell’autunno e dell’inverno come brasati, stracotti, spezzatini e arrosti, soprattutto di selvaggina. Si adatta bene anche con i salumi (come la soppressa veronese) e ai piatti tipici della tradizione valpolicellese, quali "pasta e fasoi" (pasta e fagioli) e lo stesso "risotto all'Amarone”, una vera prelibatezza.
- Recioto: si ottiene lasciando l’uva appassire per un periodo dai 100 ai 120 giorni e arrestando la fermentazione in modo da mantenere un’alta percentuale di zucchero. È un vino quindi piuttosto dolce e morbido: le sue virtù venivano decantate dai poeti latini. Perfetto per accompagnare i dessert, in particolare il cioccolato intenso.
- Valpolicella: un vino fine dal colore vivace e dal sapore armonico. Mantiene la sua denominazione di origine controllata che prevede limiti di produzione e percentuali specifiche di impiego delle diverse varietà dei vitigni.
L’uso della specificazione "classico" è riservato al prodotto della zona originaria più antica che comprende i comuni di Sant'Ambrogio di Valpolicella, Fumane, San Pietro in Cariano, Marano e Negrar.
L’uso della specificazione “superiore” indica un’alcolicità più elevata, un’acidità minore e un maggiore valore di sostanze fenoliche.
Da bere con salumi e formaggi di media stagionatura, ma non solo: con primi piatti di pasta, riso e soprattutto con minestre e zuppe di verdure. Per quanto riguarda i secondi piatti, si accompagna sia con quelli della cucina tradizionale (come il fegato alla veneziana) che con le carni bianche.
- Ripasso: si ottiene con una tecnica molto particolare, mettendo a contatto il Valpolicella base sulle vinacce residue dell’Amarone per 15/20 giorni. Ne deriva un vino più alcolico, meno acido e più rotondo. Consigliato con primi piatti invernali, secondi piatti, salumi e formaggi di media stagionatura.