Può misurare più di 6 metri e pesare più di una tonnellata: il grande squalo bianco (nome scientifico Carcharodon carcharias) è il più grande pesce predatore del pianeta.
Abita le acque al largo del Sudafrica, dell’Australia, della Nuova Zelanda, del Giappone, delle Americhe e del Mediterraneo.
La storia di questa creatura è per lo più ancora sconosciuta, nonostante la sua fama iconica. In particolare la popolazione del Mediterraneo è stata finora poco studiata: essendo una specie a rischio di estinzione, come dimostra il basso tasso di variabilità genetica dei suoi membri, è diventato complicato per i ricercatori trovare esemplari da analizzare. Per ovviare a questa difficoltà, una squadra internazionale di studiosi, guidata da Fausto Tinti, Alessia Cariani e Agostino Leone dell’Università di Bologna, ha analizzato attraverso moderne tecnologie i reperti storici dei musei quali denti, mascelle e vertebre risalenti agli ultimi due secoli.
Emerge dalla ricerca che il grande squalo bianco nuota nel Mediterraneo da 3,2 milioni di anni, e non da 450 mila anni, come ritenuto fino ad ora. Questa collocazione temporale permette di spiegare il fatto che geneticamente lo squalo del Mediterraneo è più simile a quello del Pacifico rispetto a quello del vicino Oceano Atlantico.
Secondo gli studiosi, infatti, la popolazione di squali bianchi del Mediterraneo discenderebbe da esemplari provenienti dall’Oceano Pacifico. Essi sarebbero giunti nel nostro mare attraverso l’Atlantico, passando dal canale del Centro America, quando Nord e Sud America erano separate dall’acqua.
In seguito si formò l’Istmo di Panama che collegò il continente americano, chiudendo il passaggio tra Pacifico e Atlantico. Nel tempo, l’Oceano Atlantico subì forti cambiamenti climatici che portarono all’estinzione di molte specie marine, tra cui probabilmente anche lo squalo bianco. L’Atlantico si sarebbe quindi ripopolato di squali bianchi solo in tempi recenti, probabilmente grazie a migrazioni di esemplari dal Sudafrica: da qui la differenza genetica attuale con gli squali bianchi del Mediterraneo.
I ricercatori avvertono sui rischi legati all’estinzione dello squalo mediterraneo: “la sua scomparsa sarebbe senza dubbio molto dannosa per gli equilibri ecologici del Mediterraneo e per la già precaria situazione a livello globale di questi maestosi predatori del mare”.