Gli storici trentini

Tre vitigni autoctoni che rappresentano il Trentino in Italia e nel mondo. Scoprili in questo articolo.

In origine i vitigni destinati alla produzione di vini pregiati erano molti, ma con il tempo i contadini trentini hanno preferito curare una ristretta selezione più adatta al clima alpino e alla mineralità del terroir, oltre che più resistente alle malattie. È così che le varietà autoctone Teroldego, Marzemino e Nosiola sono quelle che meglio rappresentano il Trentino in ambito vitivinicolo. Leggi questo articolo per saperne di più.

Il principe della Piana

Il rosso più famoso e apprezzato anche fuori dall’Italia è sicuramente il Teroldego Rotaliano: vino corposo dai riflessi violacei e prodotto nell’omonima piana a nord di Trento. Si pensa che il nome derivi dal tedesco Tiroler Gold, letteralmente Oro del Tirolo. Tuttavia è più plausibile sia legato alla località di Teroldeghe, nel comune di Mezzolombardo, dove il vino viene menzionato in numerosi atti notarili già a partire dal 1480. Si tratta di un vitigno a bacca nera, coltivato quasi esclusivamente nella Piana Rotaliana e trasformato per dare vita a rossi intensi, strutturati e molto profumati. Se giovane, il Teroldego può essere degustato in abbinamento a lasagne o tagliatelle al ragù. Se è invece invecchiato, si abbina meglio a piatti più corposi come carne alla griglia e selvaggina.

Sinfonia di aromi

Pare che Mozart fosse stato uno dei primi ad apprezzarlo: durante un suo concerto in Italia presso la famiglia dei Lodron, rese onore al vino trentino con l’esclamazione “…versa il vino, eccellente Marzemino!”. Conosciuto nella zona di Rovereto sin dal tempo della Serenissima, oggi è coltivato soprattutto nella zona della Vallagarina. Le sue origini sono ancora dubbie ma la sua diffusione in terra trentina gli ha fatto guadagnare l’appellativo di vitigno autoctono. I prodotti più conosciuti sono due: il Marzemino d’Isera ed il Marzemino dei Ziresi, due vini strutturati dal colore profondo e un elegante profumo fruttato, con particolari note di marasca, il primo, e di menta, il secondo.

Una dolce diatriba

Unico vitigno autoctono di bacca bianca sopravvissuto alla fillossera, il Nosiola – al maschile – è stanziale delle Colline Avisiane, che si estendono da Lavis a San Michele all’Adige. “La” Nosiola, invece, è un vitigno tipico della Valle dei Laghi, dove è utilizzato per diverse vinificazioni tra cui quella del tradizionale Vino Santo, vino da meditazione ottenuto tramite appassimento naturale delle uve.