Con l'inverno in corso può salire la voglia di chiudersi al calduccio di casa, sorseggiando cioccolata calda sul divano, magari con una bella coperta morbida. Ma perché non approfittare delle giornate più limpide per una bella gita in montagna?
Se in estate i monti offrono fiori selvatici e boschi rigogliosi, d'inverno l'attrattiva principale è la neve, con tutti gli sport che ci permette di praticare. Il più popolare è sicuramente lo sci, che grazie ai moderni impianti di risalita è diventato popolare anche tra i meno sportivi.
Lo sci alpino (diviso in cinque specialità) è solo uno dei 29 sport invernali esistenti, di cui 15 vengono praticati sulla neve.
Nel 2013 la FISI (Federazione italiana sport invernali) contava 3.5 milioni di iscritti, divisi nelle varie categorie.
Chi pratica gli altri 27 sport sarà abituato a vedere la propria disciplina passare in secondo piano, poiché tra gli “occasionali” lo sport più diffuso e praticato è lo sci, in questo caso inteso nelle due specialità “discesa libera” e “sci di fondo”.
Bisogna dire innanzitutto che lo sci si pratica in montagna, perciò valgono i benefici per la salute dati dall’alta quota descritti in questo articolo.
Entrando nello specifico, la pratica dello sci alpino in modalità discesa libera favorisce la tonificazione muscolare, in particolare nella zona dell'addome e delle gambe.
Sugli sci e lungo le piste è necessario mantenere l'equilibrio e quando si scende si allena la coordinazione tra parte alta e parte bassa del corpo. Tali aspetti sono importanti anche dal punto di vista psicologico, poiché equilibrio e coordinazione migliorano la percezione del proprio corpo, garantendo un miglior feeling con lo stesso.
Lo sci alpino è inoltre un’attività aerobica (impegnativa): permette di bruciare molte calorie e di mantenersi in forma.
Diversi fisiologi e preparatori atletici sono d’accordo nell’affermare che lo sci di fondo, appartenente alla categoria sci nordico, è lo sport outdoor “più aerobico”. Perché? Il lavoro non è svolto solo dalla parte bassa del corpo, ma si sforzano allo stesso modo i muscoli della parte alta (un po’ come nel Nordic Walking).
È inoltre uno degli sport che più allena la resistenza: in questa disciplina si è costantemente in movimento. Nello sci di discesa si raggiungono picchi di sforzo più alti, ma la “sessione” è più breve e il recupero tra una discesa e l’altra decisamente lungo.
Il professor Wolfgang Schoberberger, direttore dell'Istituto di sport e turismo della salute e medicina alpina di Innsbruck, afferma che uno dei maggiori pregi dello sci di fondo sta nell’alternanza dei movimenti: “Non si passano ore a fare lo stesso movimento, perché il sentiero sale e scende. Si alternano sforzi più intensi a fasi di riposo”.
Per lo sci nordico vale lo stesso discorso dello sci alpino in termini di coordinazione ed equilibrio.
Lo studio SASES del 2011, pubblicato dal’Università di Salisburgo, afferma che lo sci migliora l’umore e favorisce il rilascio di serotoninain chi lo pratica. Tali sensazioni porterebbero a percepire molto meno la stanchezza fisica.
Queste discipline rientrano negli “sport pericolosi”?
Prima di passare ai dati c’è una considerazione da fare: è vero che nella discesa si allenano i muscoli delle gambe, responsabili della protezione delle articolazioni, ma è altrettanto vero che le stesse articolazioni sono messe a dura prova nei cambi di direzione ad alta velocità. Lo sci di fondo invece elimina questa problematica, perché le velocità sono ridotte e i cambi di direzione repentini sono decisamente rari. È perciò consigliabile, per chi soffre di problemi alle articolazioni, richiedere un parere medico su quali discipline sia meglio evitare.
Dati del 2013 dicono che: allo sci si attribuisce il 5,7% degli accessi al pronto soccorso per incidente sportivo contro il 46% del calcio e calcetto e il 7,8% del basket.
Un sistema messo in piedi dall’Istituto Superiore di Sanità, che si avvale dei dati sui soccorsi della polizia in diverse stazioni sciistiche, riporta: tra il 70 e l’80% degli incidenti sugli sci avviene per cadute accidentali, il 15% invece avviene a causa di uno scontro tra due sciatori.
Per essere più chiari, in media sugli sci si verificano 2 incidenti gravi ogni 1000 giornate.
Si può dire quindi che non è pericoloso? Non proprio, ma non è neanche così rischioso se tutti rispettassero alcuni semplici passaggi e conoscessero le regole. In Italia esiste una legge che regolamenta la gestione in sicurezza delle aree sciabili: si tratta della n. 363 del 2003.
Il primo passo da fare, consigliano vivamente tutti gli esperti, è imparare la tecnica. Prima di tutto per evitare di farsi male, in secondo luogo per non risultare un pericolo per gli altri sciatori..