Saporiti palloncini di impasto, fritti e serviti caldi, magari insieme a del pollo tikka o qualsiasi altro piatto della tradizione indiana. Il poori o puri è un pane che potremmo definire speciale non tanto per gli ingredienti ma per il metodo di cottura usato.
Questo pane azzimo viene preparato impastando rapidamente i tre ingredienti richiesti: acqua, farina e sale. L’impasto andrà poi lasciato riposare a temperatura ambiente per un massimo di 30 minuti prima di ricavarne delle palline. Una volta stese con l’aiuto di un mattarello e unte con dell’olio, i poori vengono tuffati in una padella fonda (chiamata kadai) colma di olio bollente. Servono pochi minuti perché ogni sfoglia si gonfi e acquisisca il caratteristico colore dorato. A questo punto i poori vengono scolati e serviti caldi. Il segreto per un poori perfetto sta dunque nel movimento: con una schiumarola bisogna muovere continuamente ciascuna sfoglia per assicurarle una doratura e una cottura uniformi.
In India, Pakistan e Bangladesh, dove il poori si consuma quasi ad ogni pasto, la farina usata può essere di due tipi: atta – di grano duro, forte e particolarmente glutinosa – oppure maida, a grana molto fine e utilizzata per preparare anche altri prodotti tipici come il paratha (una sorta di focaccia cotta prima in padella e poi fritta) o il naan. La variante più popolare del poori prende il nome di bhatura o bhatoora, una piada a base di sola farina maida almeno tre volte più grande, e servita solitamente con un curry di ceci piccante.
Abbinare un pane come il poori a salse speziate è la scelta ideale, ma lo potrai gustare anche insieme a portate dolci come il Sooji Halwa – un dessert a base di semolino, zucchero e burro chiarificato –, della polpa di mango maturo o ancora lo Shrikhand, yogurt intero aromatizzato con zucchero e zafferano.